Come scrive Le scienze le riserve idriche sotterranee globali sono messe a dura prova dai cambiamenti climatici, dalla crescita della popolazione umana e, ovviamente, dalle nostre attività. Globalmente, le falde acquifere stanno scomparendo a un ritmo di circa 17 chilometri quadrati all’anno, un volume di poco inferiore a quello del lago di Como.
In uno studio compiuto su quasi 1700 falde acquifere di tutto il mondo (compreso il territorio italiano), la rivista “Nature” presenta la più ampia e attuale radiografia dei livelli delle acque sotterranee continentali. L’analisi mette in evidenza il declino delle risorsa, ma offre allo stesso tempo esempi istruttivi di dove le cose vanno bene e di come si può risolvere un problema spesso poco considerato nelle sedi decisionali nazionali e sovranazionali.
Fatto che preoccupa perfino la Banca Mondiale, che definisce nel suo rapporto, pubblicato a giugno 2023, la risorsa sotterranea una “assicurazione della natura” in quanto protegge la sicurezza alimentare, riduce la povertà e favorisce la crescita economica.
Il caso italiano
E’ piuttosto complesso parlare delle acque sotterranee nel contesto italiano dove, come sottolinea Stefano Viaroli dell’Università di Pisa, va studiato ogni singolo caso. Le differenza idro-geologiche del nostro territorio sono importanti per la valutazione dell’effettiva consistenza degli acquiferi.
Vero è che le acque sotterranee vengono ampiamente sfruttate da almeno 150 anni sia dal punto di vista potabile tramite gli acquedotti sia dal punto di vista industriale che agricolo. E fino a pochissimi anni fa la consapevolezza del limite della risorsa idrica non era presente, anzi.
E solo da poco si parla diffusamente di riciclo e di riutilizzo, tornando a chiudere finalmente i rubinetti.
Nel 2022 il Consiglio Nazionale dei Geologi ha indetto un convegno sul tema delle acque sotterranee e reperibile sul sito