L’Acquedotto del Duca

Come scrive Maria Antonietta Breda – Vice Presidente della Federazione Nazionale Cavità Artificiali a seguito dei lavori per la costruzione della fognatura a Milano, alla fine dell’Ottocento, è venuto alla luce un manufatto medievale destinato all’approvvigionamento idrico. A tale proposito scrivono tre ingegneri del tempo del Comune di Milano: «La canalizzazione più antica era formata da due condotti affiancati realizzati con tubi tronco-conici di terracotta, imboccati l’uno nell’altro, con rinfranco in muratura e protetti nella parte superiore da tavelloni in cotto, tutti e due poggianti su un lastricato stradale di epoca tardo romana. L’ingegner Poggi nella sua pubblicazione ricorda il ritrovamento di un condotto del tutto simile, individuato nei lavori di costruzione della fognatura in Ponte Vetero nel 1878 e quelli di corso Garibaldi e piazza del Duomo nel 1892. Un analogo condotto, rinvenuto durante i lavori di costruzione di un condotto di fognatura in piazza Lega Lombarda, è tuttora conservato in una cameretta sotterranea, realizzata all’esterno del medesimo condotto. Considerati i luoghi in cui sono avvenuti i ritrovamenti, ed anche la struttura e le dimensioni dei canali, è possibile che si tratti di un unico condotto che, con molta probabilità, non serviva da fognatura, ma per convogliare nel centro della città acque chiare destinate all’alimentazione di fontane. Ricostruendone il probabile tracciato, da piazza Lega Lombarda a piazza del Duomo, lungo il percorso delle vie Anfiteatro, Corso Garibaldi, Ponte Vetero e Broletto si potrebbe individuare in essa la condotta d’acqua che alimentava la peschiera costruita da Azzone Visconti (1330-1333) nel mezzo del suo palazzo, edificato sull’area dove ora sorge il Palazzo Reale»
A proposito di Azzone Visconti (Milano 1302 – Milano 1339) e della peschiera scrive, riprendendo un testo di Galvano Fiamma, insigne domenicano e cronista, Pietro Verri nella seconda metà del Settecento: «Oltre le fabbriche pubbliche delle mura, de’ ponti, delle strade; questo Principe rifabbricò, ed ornò, in modo meraviglioso per que’ tempi, il palazzo già innalzato dal di lui avo Matteo Primo; dove ora sta la Regia Ducal Corte (…). In mezzo al cortile v’era una magnifica peschiera, entro della quale dalle fauci di quattro leoni, scolpiti in marmo con nobile lavoro, sgorgava l’acqua limpidissima, ed abbondante; e quest’acqua, la quale presentemente passa coperta sotto della Regia Ducal Corte, l’aveva Azone raccolta da due sorgenti ritrovate fuori di Porta Comasina, nel luogo detto alla Fontana; e per canali sotterranei l’aveva condotta fino al suo Palazzo. S’ingannano coloro, che confondono quest’acquedotto col Seveso, colla Cantarana, o col Nirone. Non so se presentemente potrebbe quest’acqua sfogare come prima entro di una peschiera; perché il suolo con le ripetute demolizioni, e fabbriche accadute in quel Palazzo, si è notabilmente innalzato; come si vidde l’anno 1779 allorquando si abbassò la strada, che divide il Duomo dalla Corte, la quale si era alzata più di tre braccia da che venne fabbricato il Duomo».

Con ogni probabilità le sorgenti menzionate erano prossime alla chiesa intitolata a Santa Maria alla Fontana, presso l’omonima piazzetta. Una delle due, ma più probabilmente una terza, potrebbe essere quella che alimentava la “fonte miracolosa”, il cui manufatto è ancora oggi visibile nella piccola chiesa sottostante la maggiore. In ogni caso, tra l’odierna fonte e l’area dove sorgeva il palazzo visconteo vi sono poco più di tre chilometri in linea d’aria.

Quindi un acquedotto utilizzato solo dal signore di Milano e per pochi chilometri esisteva già nel1300 circa, che convogliava acqua pura e cristallina dalla campagna di allora, mentre i cittadini milanesi, non da meno, avevano ciascuno un proprio pozzo in cortile. Bisogna attendere la fine dell’Ottocento per avere una sistema idrico di acquedotto e fognatura pubblico e grazie, appunto, agli scavi effettuati per questo abbiamo potuto ricostruire l’esistenza di un acquedotto medievale.

 Santa Maria alla Fontana: epigrafe di fondazione della prima piccola chiesa racchiudente la fonte antica. Da Sopra sotto il Carso